Oggi vi presento per chi non
è sardo, questo dolce tipico del campidano area di Cagliari questo dolce ha il
nome de bentu dal sardo bentu = vento, perché a dispetto della sua dimensione
esso è leggero che il vento potrebbe portarlo via, questo come dicevo prima è
un dolce tipico della provincia di Cagliari, a Quartu Sant’Elena l’ultimo
sabato/domenica di luglio si svolge la festa di San Giovanni è il dolce per
eccellenza dopo i gattò monumentali, una festa cara ai quartesi perché la
domenica sera c’è il rientro della processione che parte da una frazione di
Quartu distante circa 8 km
accompagnato con i costumi folcloristici e per ultimo vi è un camioncino che
trasporta i gattò monumentali e durante la sua marcia delle persone lanciano i
piricchitus de bentu sulla folla.
Dolci finiti |
Passiamo agli ingredienti
che sono pochissimi:
500 gr di farina 00
500 gr d’acqua
1 cucchiaino di Sale
La scorza intera di un
limone
200 gr di strutto
15 uova intere medie
½ bustina di lievito per
dolci
Per la glassa:
1 kg di zucchero
Acqua fior d’arancio
Acqua
Preparazione:
In un tegame a fondo spesso
versiamo l’acqua il sale e la scorza del limone e lo strutto,
quando lo strutto
si sarà sciolto e l’acqua bolle, togliamo la scorza del limone e versiamo in
un colpo solo la farina e mescoliamo in continuazione con un mestolo di legno a
fuoco lento per circa 30 minuti,
La pasta cotta, si noti la pellicina sul fondo del tegame |
in modo da far cuocere la pasta e non farla
attaccare al fondo sino a quando l’acqua sarà completamente evaporata e la pasta
avrà una consistenza pastosa e sul fondo della pentola si sarà formata una
pellicina, fatto ciò trasferite la pasta in una terrina e lasciatela
raffreddare completamente, una volta che si sarà raffreddata con i rebbi di una
forchetta schiacciatela formando delle briciole di pasta,
adesso
ad uno ad uno
aggiungete le uova intere si a che l’uovo che avete messo verrà inglobato nell’impasto
a questo punto potete mettere un altro uovo e così via sino ad ottenere un
impasto liscio lucido
Impasto finito |
aggiungete il lievito per dolci setacciato, con l’aiuto
di due cucchiai disponete in una teglia foderata d carta forno, distanziati tra
loro perché crescono tanto, altrimenti se sono vicini si attaccano tra loro e
non crescono, come quantità la pasta a mò di pallina con un cucchiaio e mezzo
di pasta e sopra un cucchiaino da cafè di pasta, infornare a forno ventilato
preriscaldato a 200 °C per 30 minuti poi abbassare la temperatura a 180 °C per
20 minuti e infine abbassare ancora la temperatura a 170 °C per 10/15 minuti,
una volta che si saranno raffreddati
Dolci appena sfornati |
prepariamo la glassa con lo zucchero cotto
in questo modo, versiamo lo zucchero in tegame e lo copriamo con acqua sino a
quando il livello dell’acqua sarà superiore allo zucchero di circa 3 mm accendiamo
li fornello e prepariamo la glassa facendo cuocere lo zucchero quando inizia a
bollire si aggiunge a piacere l’acqua fior d’arancio, si continua a far bollire
sino a 118 °C se abbiamo un termometro
Lo zucchero è pronto |
altrimenti possiamo fare in questo modo
con un cucchiaio prendiamo dello zucchero in ebollizione e appoggiando il
polpastrello di un dito indice e poi appoggiandone e allontanando il
polpastrello del pollice deve formale un filo di circa 1 cm , adesso viene la
parte più bella, con un pennello di setole naturali si spennellano i dolci vi
ricordo che a differenza dell’acqua che scivola via, lo zucchero è a circa 120
°C quando e vi capiterà di sicuro che le vostre dita vengano a contatto dello zucchero
caldo non scivola via quindi mi raccomando state attenti, per ovviare alle
scottature spennellate sin dove potete mettetelo ad asciugare e continuate sino
a completare l’operazione, quando si sarà completamente asciugato ripetere l’operazione,
durante l’operazione di glassatura lo zucchero è sempre con il fornello acceso perché
deve stare in temperatura se tende a diventare troppo denso aggiungete acqua
fior d’arancio a piccole e ricontrollate la temperatura dello zucchero.
Dolce finito |
Rivolgo un caloroso saluto alle mie maestre dolciarie che durante il corso alla scuola alberghiro mi hanno fatto conoscere e appassionare alla loro "ARTE" ciao Anna Maria Sarrtzu di Quartu Sant'Elena e Carmen Pisu di Aritzo.
Con le dosi che vi descritto
vengono circa 20 pezzi.