Pagine

giovedì 17 ottobre 2013

Piricchitus de bentu



Oggi vi presento per chi non è sardo, questo dolce tipico del campidano area di Cagliari questo dolce ha il nome de bentu dal sardo bentu = vento, perché a dispetto della sua dimensione esso è leggero che il vento potrebbe portarlo via, questo come dicevo prima è un dolce tipico della provincia di Cagliari, a Quartu Sant’Elena l’ultimo sabato/domenica di luglio si svolge la festa di San Giovanni è il dolce per eccellenza dopo i gattò monumentali, una festa cara ai quartesi perché la domenica sera c’è il rientro della processione che parte da una frazione di Quartu distante circa 8 km accompagnato con i costumi folcloristici e per ultimo vi è un camioncino che trasporta i gattò monumentali e durante la sua marcia delle persone lanciano i piricchitus de bentu sulla folla.

Dolci finiti
 Passiamo agli ingredienti che sono pochissimi:
500 gr di farina 00
500 gr d’acqua
1 cucchiaino di Sale
La scorza intera di un limone
200 gr di strutto
15 uova intere medie
½ bustina di lievito per dolci

Per la glassa:
1 kg di zucchero
Acqua fior d’arancio
Acqua

Preparazione:
In un tegame a fondo spesso versiamo l’acqua il sale e la scorza del limone e lo strutto, 


quando lo strutto si sarà sciolto e l’acqua bolle, togliamo la scorza del limone e versiamo in un colpo solo la farina e mescoliamo in continuazione con un mestolo di legno a fuoco lento per circa 30 minuti,
La pasta cotta, si noti la pellicina sul fondo del tegame
 in modo da far cuocere la pasta e non farla attaccare al fondo sino a quando l’acqua sarà completamente evaporata e la pasta avrà una consistenza pastosa e sul fondo della pentola si sarà formata una pellicina, fatto ciò trasferite la pasta in una terrina e lasciatela raffreddare completamente, una volta che si sarà raffreddata con i rebbi di una forchetta schiacciatela formando delle briciole di pasta,

adesso

 ad uno ad uno aggiungete le uova intere si a che l’uovo che avete messo verrà inglobato nell’impasto a questo punto potete mettere un altro uovo e così via sino ad ottenere un impasto liscio lucido

Impasto finito
 aggiungete il lievito per dolci setacciato, con l’aiuto di due cucchiai disponete in una teglia foderata d carta forno, distanziati tra loro perché crescono tanto, altrimenti se sono vicini si attaccano tra loro e non crescono, come quantità la pasta a mò di pallina con un cucchiaio e mezzo di pasta e sopra un cucchiaino da cafè di pasta, infornare a forno ventilato preriscaldato a 200 °C per 30 minuti poi abbassare la temperatura a 180 °C per 20 minuti e infine abbassare ancora la temperatura a 170 °C per 10/15 minuti, una volta che si saranno raffreddati 
Dolci appena sfornati
 prepariamo la glassa con lo zucchero cotto in questo modo, versiamo lo zucchero in tegame e lo copriamo con acqua sino a quando il livello dell’acqua sarà superiore allo zucchero di circa 3 mm accendiamo li fornello e prepariamo la glassa facendo cuocere lo zucchero quando inizia a bollire si aggiunge a piacere l’acqua fior d’arancio, si continua a far bollire sino a 118 °C se abbiamo un termometro
Lo zucchero è pronto
altrimenti possiamo fare in questo modo con un cucchiaio prendiamo dello zucchero in ebollizione e appoggiando il polpastrello di un dito indice e poi appoggiandone e allontanando il polpastrello del pollice deve formale un filo di circa 1 cm , adesso viene la parte più bella, con un pennello di setole naturali si spennellano i dolci vi ricordo che a differenza dell’acqua che scivola via, lo zucchero è a circa 120 °C quando e vi capiterà di sicuro che le vostre dita vengano a contatto dello zucchero caldo non scivola via quindi mi raccomando state attenti, per ovviare alle scottature spennellate sin dove potete mettetelo ad asciugare e continuate sino a completare l’operazione, quando si sarà completamente asciugato ripetere l’operazione, durante l’operazione di glassatura lo zucchero è sempre con il fornello acceso perché deve stare in temperatura se tende a diventare troppo denso aggiungete acqua fior d’arancio a piccole e ricontrollate la temperatura dello zucchero.
Dolce finito
 
Il dolce al suo interno
Rivolgo un caloroso saluto alle mie maestre dolciarie che durante il corso alla scuola alberghiro mi hanno fatto conoscere e appassionare alla loro "ARTE" ciao Anna Maria Sarrtzu di Quartu Sant'Elena e Carmen Pisu di Aritzo.

Con le dosi che vi descritto vengono circa 20 pezzi.

Nessun commento:

Posta un commento